Abbiamo provato a rispondere alle seguenti domande poste dal magazine Sciare a noi allenatori, per…
Prova a prenderci!
Il motto dei coach Golden Team è “ Catch me if you can! … prova a prendermi!”
Recenti studi scientifici americani hanno dimostrato che una delle scorciatoie per l’ apprendimento del gesto è sicuramente mostrare all’allievo il “come fare”, non inteso come simulare il gesto, magari appoggiandosi ad un bastoncino combattendo duramente contro tutte le leggi della fisica nell’intento di ricreare staticamente un modello dinamico ma piuttosto dimostrare in campo libero come nei pali.
Certo, una mission impegnativa soprattutto dal momento che per interpretare il gesto tecnico sia necessario avere ai piedi materiale preparato ad hoc con lunghezze sci e sciancrature consone alla disciplina del giorno. Questo ovviamente implica anche un impegno organizzativo e logistico, quindi non basta caricare lo zaino di trapani, chiave, cacciavite ecc. … ma anche di tutto il corredo di protezioni specifiche.
Ovviamente non siamo gli unici allenatori ad avere questo tipo di interpretazione metodologica, ma sicuramente rappresentiamo una nicchia, spesso additata di eccesso di protagonismo e dell’incapacità di staccare con quella visione d’atleta dei nostri trascorsi agonistici. Ora finalmente queste teorie, divulgate e oggetto di lezione ai corsi di aggiornamento federali, sdoganano quello che, ancor prima fosse convalidato dai tuttologi, a noi semplicemente sembrava il modo migliore per trasferire sensazioni ai nostri atleti.
Già, perché nulla come una visione soggettiva dell’esperienza motoria è egualmente efficace nel momento di un imput tecnico o di una correzione. Inoltre, essendo noi allenatori del Golden team stati tutti agonisti, ci piace suggerire, consigliare piuttosto che sentenziare proprio perché consapevoli di quanto sia difficile tenere giù il piede all’uscita di una tripla su un muro, piuttosto che controllare l’enfasi e la voglia di strafare sulle porte filanti di un gigante su neve molle. Una prerogativa che rappresenta il nostro punto di forza sia per il valore metodologico come per quegli aspetti di transfer emotivo indispensabili all’obiettivo del trasmettere la nostra passione.
Non c’è dubbio che arrivando agli altissimi livelli di squadra nazionale e Coppa del Mondo sia piuttosto improbabile che l’allenatore riesca ad essere dimostrativo per l’allievo ma è pur sicuro che sia un valore aggiunto poter condividere il proprio bagaglio esperienziale e se pur la visione dell’allenatore sia distante da quella del campione già solo per intensità e livello prestazionale, in ogni caso è pur sempre più realistica di quella di un coach che ha costruito gran parte del suo bagaglio tecnico dal fondo pista.
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