Abbiamo provato a rispondere alle seguenti domande poste dal magazine Sciare a noi allenatori, per…
PREPARAZIONE ATLETICA: UNA STAGIONE DI SCI ALPINO
La condizione fisica è un requisito essenziale per la prevenzione di infortuni e il raggiungimento dei propri obiettivi agonistici.
“E’ importante chiarire che la pratica dello sci a livello non agonistico non pone problemi dal punto di vista fisico, ma è pur vero che una visita medica generale un corretto assetto posturale ed un adeguato potenziamento muscolare, restano i presupposti migliori per poter intraprendere qualsiasi attività fisica e sportiva” Riccardo Lazzari Physiolab Roma.
“La presciistica è un attività svolta in palestra, e che permette il miglioramento delle capacità condizionali (forza, velocità, resistenza e mobilità articolare) e delle capacità coordinative, in modo particolare la capacità di adattamento e l’equilibrio. Sotto la guida attenta di un esperto, possibilmente laureato in Scienze Motorie, e attraverso una programmazione delle sedute di allenamento, si possono raggiungere dei risultati soddisfacenti concentrando l’attività di preparazione fisica nei mesi di ottobre, novembre, dicembre e gennaio che precedono la stagione invernale e coincidono con i primi mesi dell’attività sciistica” SPORT100.
E’ opinione comune ritenere che quanto sopracitato sia riferito limitatamente ad atleti già formati ed in piena attività. Al contrario dovrebbe essere ipotizzabile l’idea che per una stagione di sci alpino fatta a livello agonistico un bambino debba essere fisicamente preparato. Certo si dice che i bambini sono solo bambini, ma purtroppo anche loro possono incorrere in spiacevoli infortuni, specie se poco preparati. Loro per primi rimangono mortificati da una prestazione andata male, specialmente sotto gli occhi di genitori adoranti e a volte assolutamente ignari della fatica che si cela dietro una gara andata un po’ così.
Alla base del successo di un piccolo sciatore devono esserci moltissimi gesti motori, o immagini di gesti motori differenti. Una crescita psicomotoria multilaterale poco specializzata e vastissima, è sicuramente una modalità efficace per gettare le basi della vita agonistica di un giovane atleta. Questo è indipendente dalla tipologia di sport che verrà scelto in futuro.
Nel momento in cui la decisione di seguire un programma annuale di un sciclub in previsione di una stagione invernale, la scelta è praticamente già fatta. Nel caso specifico dello sci alpino diventa discriminante la capacità e la possibilità di specializzarsi nel particolare gesto tecnico. Una giornata di sci iniziata alle 9:00 e terminata alle 16:00 con una pausa pranzo di un’ora, può comportare 15 minuti totali di tale gesto motorio. E’ da tralasciare la valutazione di quei 15 minuti, non saranno andati tutti a buon fine, non saranno tutti fatti da curve sempre perfette. Dietro ogni giro, che sia esso in campo libero o all’interno di un percorso di addestramento, lavorano atleta e allenatore. I due preparano ogni giro con reciproci scambi di feedback interni ed esterni, con l’obiettivo di andare a progredire nelle abilità tecnico specifiche del gesto motorio in esame. Ecco quindi che ogni 4 minuti circa di discussione l’atleta prova i suoi 30 secondi di performance. Inseriamo dentro code e risalite e vengono immediatamente esposte le motivazioni che comportano 15 minuti, mediamente, di sci puro al giorno.
Diventa molto difficile riuscire a specializzarsi in uno sport così complesso e così difficile da perseguire per tutta la logistica che comporta.
Tuttavia rimane comunque uno sport in cui velocità e impatto viaggiano a braccetto tentando di non farsi lo sgambetto reciprocamente. Durante un turno di allenamento i giri in tracciato possono arrivare ad essere anche una 15 su tracciati di magari 25 porte per un totale di 265 curve in cui le forze espresse dai ragazzi comportano un certo grado di affaticamento. Soprattutto dalla 150 curva in poi. Come fare per essere pronti a un tale allenamento?
Ogni stagione agonistica di qualsiasi sport ha e deve avere una sua preparazione. Che si basi sulle funzioni metaboliche, sulle funzioni strutturali, sulle capacità altre dell’individuo.
Pensare di poter preparare una stagione agonistica di sci che ha una durata di 3 mesi, facendo altre attività ludico ricreative perché la neve tanto c’è solo d’inverno, è un modo di pensare largamente diffuso.
Tuttavia ritenere che non possa esistere solo lo sci ma anche altro nella vita di un infante o adolescente è un ragionamento razionale. Rimane pur sempre il fatto che in questo caso le aspettative devono essere necessariamente diverse dalla ricerca di una prestazione ottimale in tutte le competizioni che attendono l’atleta. In virtù di quanto appena detto va anche considerato che i più piccoli non possono ragionare in termini razionali. “oggi sono arrivato in fondo alla classifica perché fino a ieri ho giocato a calcio e non perché sono un perdente” non è un ragionamento di cui sono capaci i piccoli. Il cervello umano tende a ricordare più facilmente quello che da dispiacere rispetto a quanto accade di edificante per la persona.
Giocano a calcio arrivano alla gara di sci, prendono una manciata di secondi di troppo e si mortificano. Troppi sono i miracoli da fare per l’allenatore volenteroso che in quei casi veste anche i panni dello pseudo-psicologo di turno facendo del suo meglio, nel tentativo di far elaborare il risultato per non incrinare la sfera emotiva psicologica del ragazzo sconfitto. Sicuramente le mortificazioni non favoriscono lo sviluppo di un sano spirito atletico, alimentano sfiducia e mancanza di autostima, senza escludere che ciò possa espandersi a macchia d’olio nella vita sociale del giovane atleta coinvolgendo anche altri interessi quali la scuola le amicizie e la famiglia. Facile dire: “era tanto bravo a scuola, poi invece chissà perché…”
Purtroppo lo sci è così. Per sciare forte bisogna sciare tanto, fare tanti quarti d’ora per molti giorni di fila. Quando questo non è possibile per mancanza di neve, è necessario prepararsi in altro modo.
La preparazione atletica a tale gesto non può essere fatta da chiunque durante un qualsiasi altro corso di calcio di basket o tennis.
Già in ragazzi di 11 anni c’è bisogno di una preparazione più specifica. Utilizzano attrezzatura molto importante, con sci lunghi 170 cm e spesso non sono ancora uomini o donne strutturalmente pronti per le forze in gioco a velocità di 70-80 km/h. Il sistema nervoso deve essere allenato a percepire ogni singola variazione per permettere l’adattamento di tutto il sistema. In questo modo il corpo umano può difendersi da eventuali escursioni articolari dannose. Di questo si tratta quando si parla di infortunio, una semplice botta porta una contusione muscolare e un versamento, che verranno ripristinati autonomamente in tempi medio brevi. Al contrario un’alterazione fisiologica dei gradi previsti dalla meccanica articolare può comportare danni strutturali concreti, scomodi e inutili a qualsiasi età, ma estremamente tristi in età giovanile.
Alcuni club presentano all’interno del proprio staff, figure preparate e professionali quali i preparatori atletici. Di queste figure è pieno il mondo ma citando un articolo scritto da autore ignoto:
“È ovvio che essere laureati consente di ricavare ed adattare le metodiche di allenamento nelle diverse discipline, ma non necessariamente specializza la persona alla conoscenza di tutti gli sport, lo sport che si conosce meglio è naturalmente quello che viene o è stato praticato” Sconosciuto.
Solitamente un buon club fa in modo che il proprio preparatore sia provvisto di titolo di Laurea, meglio ancora se specialistica nel settore dell’allenamento, e che sia anche un tecnico dello sport specifico di cui il club si occupa. Nulla togliendo ai personal trainer che hanno acquisito titolo ed esperienza in altro modo e che vengono comunque equiparati sul mercato dello sport ai suddetti laureati.
Il maestro di tennis o di calcio o di basket, si occupa del suo settore specifico. Il metabolismo energetico coinvolto nel basket può avere momenti comuni a quello coinvolto nello sci, la macchina è sempre quella del resto, ma la modalità di attivazione e di mantenimento in attività del sistema durante esercizio sono specifici del gesto in questione.
Quali i rischi per una preparazione fai da te:
Affidandosi a una preparazione di mantenimento in attività del giovane, con il calcio o altro si tralasciano lavori specifici di propriocezione. Non si ha solo bisogno di “fare ginnastica” ma “fare ginnastica come se stessi sciando”. In tale chiave di lettura un banale affondo a carico naturale, diventa una contrazione eccentrica gestita dall’atleta.
La conseguenza prima è che le abilità fisiche non incrementino, il ragazzo non evolve in tal senso rimanendo indietro rispetto alle forze che deve gestire sulla neve e alla necessità di affrontare un ambiente in continuo cambiamento.
I riflessi perdono di qualità e le informazioni che trasmettono a livello centrale sono più lente e meno precise. L’imprevisto è più rischioso.
Uno studio del team del Prof. Vecsteinas, tra i primi fisiologi dell’esercizio riporta tale affermazione:
“ A differenza di altre attività, come camminare, nuotare, pedalare, la spesa energetica durante lo Slalom Speciale e lo Slalom Gigante può variare sostanzialmente da un soggetto a un altro. Infatti, mentre la pendenza risulta la medesima per tutti i soggetti, le differenze in capacità, tecnica e lavoro meccanico, anche in atleti di alto livello, risulta avere una larga differenza nella spesa energetica osservata in questo studio Energy cost of and energy sources for alpine skiing in top athletes” Veicsteinas et al. 1983.
Ecco perché importante che un atleta si affidi ad una figura competente e in grado di capire quali siano le necessità metaboliche e strutturali dell’atleta. Esistono molteplici strumenti che consentono una buona ricerca scientifica che possa aiutare il professionista a gettare le fondamenta della strutturazione di un programma di lavoro individuale o di gruppo, quando lo stesso si rivela molto piccolo ed omogeneo. Tali strumenti mettono a disposizione revisioni di articoli pubblicati da riviste scientifiche, e quindi soggette ad un peer reviewing, che permettono ai loro utilizzatori di rimanere aggiornati e competenti, di conoscere quali sono gli ultimi studi e le conseguenti scoperte nell’ambito dell’esercizio fisico.
Concludendo, una preparazione finalizzata allo sport specifico è necessaria e indispensabile al fine di salvaguardare lo stato di salute di un atleta, grande o piccolo che sia, e nel contempo permette allo stesso di potersi trovare più facilmente nella condizione di poter dare il massimo all’interno di una prestazione sportiva.
Dott. Frison Valentina
Preparatore atletico Golden Team
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